Recensione di “Cronache del totalitarismo 2021”
- Ariane Bilheran

- 23 gen 2023
- Tempo di lettura: 2 min
Di Elisabeth Audrerie sulla Revue Politique :
Ariane Bilheran, normalienne, psicologa clinica, dottoressa in psicopatologia, è specializzata nello studio della manipolazione, devianza del potere, perversione, paranoia, molestie e totalitarismo e ha pubblicato numerosi lavori nel suo campo di competenza.
Attualmente residente in Colombia, è stata una delle prime ad aver evidenziato, nel marzo 2020, all'inizio del confinamento legato all'emergenza del famoso Covid, che dal punto di vista della filosofia politica, eravamo di fronte a una deriva totalitaria e, dal punto di vista psicopatologico, al delirio paranoico.
Come una reporter di guerra, per usare l'espressione della sua prefazione Slobodan Despot, ha pubblicato numerosi articoli, tenuto diverse conferenze, è intervenuta come esperta in diversi simposi, giurie, organizzazioni, per sezionare e analizzare le forze in gioco, e darci il chiavi di comprensione e di resistenza di fronte a quella che fu un’impennata incomprensibile per le menti razionali attaccate alla libertà e alla verità.
Alcune di queste cronache e interventi sono raggruppati in quest'opera e, come un diario di bordo, ci illuminano e ci ricordano, da diverse angolazioni, quali furono i meccanismi in atto che portarono milioni di persone a trovarsi sotto il giogo di ingiunzioni paradossali, vessate o trasformati in piccoli delatori e capi di polizia, secondo il filo conduttore di un'ideologia il cui fine giustificava tutti i mezzi.
L'angolo politico e psicologico della perversione e della paranoia
La parola totalitario spaventa e spinge alla negazione, perché si riferisce a periodi storici o ad altre collocazioni geografiche che ci fanno oscurare il presente, o almeno confondere le chiavi per comprenderlo. Tuttavia, tutti i fondamenti del totalitarismo che sono stati analizzati e decifrati in particolare da Hannah Arendt, ampiamente citata in queste cronache, i suoi effetti, la sua attuazione, sono facilmente e spaventosamente applicabili in questa materia.
Ariane Bilheran non ha paura delle parole e mette costantemente in guardia dalle tragiche conseguenze che tali metodi portati all’estremo potrebbero causare per l’umanità. Corruzione del linguaggio, distorsione della realtà, designazione del capro espiatorio, distruzione dei legami familiari, agitazione permanente della paura, uso di un linguaggio paradossale, disumanizzazione, strategia di divisioni, ingerenza nella vita quotidiana, molestie, perseguimento, conflitti di lealtà, censura, divieto dalla vita sociale, sono tutti elementi con cui le popolazioni hanno dovuto confrontarsi e verso le quali sono state, per la stragrande maggioranza, incapaci di resistere, tanto quanto lo shock traumatico è stato improvviso e violento e i meccanismi di paranoia collettiva si sono attuati con una velocità spaventosa.
Questo libro non è un trattato e non intende coprire l’intera questione. Ha però l'immenso merito di essere un'opera della memoria e di analizzare da un punto di vista politico e psicologico le perversioni e le paranoie che spesso sono corollari dell'esercizio del potere e come possano così facilmente incarnarsi in popoli che, se hanno perso ogni profondità emotiva, intellettuale e trascendentale, ogni ricerca della verità, sono del tutto incapaci di resistervi o addirittura di contribuire al loro contagio.











Commenti